Anna Maria Onelli

CHI SONO

Intervista di Margherita Frappa in occasione della presentazione del mio libro “AforiSmart. L’Amore e la Bellezza”

Pedagogista, Insegnante elementare, Professoressa di Storia e Filosofia, Dirigente scolastico

Mi chiamo Anna Maria Onelli, ho avuto sempre una profonda passione per l’insegnamento e l’ambizione di migliorare il mondo. Sono stata un Dirigente scolastico ed ho mantenuto vivo l’amore per la conoscenza insieme al desiderio di rendere disponibile il sapere maturato con lo studio e l’esperienza sul campo. Se il sogno di migliorare il mondo rimarrà solo un ideale non ho mai smesso di pensare che ogni cosa che faccio possa essere di qualche utilità.

Oltre all’insegnamento, mi sono dedicata alla ricerca e all’innovazione del sistema educativo italiano, tenendo corsi di formazione per docenti su incarichi istituzionali ricevuti dal Ministero della Pubblica Istruzione, dall’Ufficio Scolastico Regionale di Roma, dal Provveditorato agli studi di Roma, dall’Istituto Regionale di Ricerca Sperimentazione Aggiornamento Educativo, dalle singole scuole, dal mondo dell’associazionismo. 

Con l’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito formativo, sono stata nominata Tutor Regionale dei docenti neo assunti in ruolo secondo l’innovativo modello formativo e-learning, che richiede la stretta connessione tra formazione on line, con l’utilizzo dell’aula virtuale e formazione in presenza.

Negli anni Ottanta, fui tra i primi docenti a sperimentare, nella ex scuola elementare T. Tittoni di Bracciano, l’insegnamento di un primo linguaggio informatico, il LOGO antecedente al DOS. Utilizzando lo schermo di una televisione e una cassetta registrata allestii una sorta di rudimentale laboratorio informatico. Ne andavo fiera. Ridevo di un mio collega che distaccato in un Istituto di Ricerca mi diceva: “Sai Anna, un giorno, attraverso il telefono ci potremo connettere con uno schermo e potremo comunicare tra di noi”. Ridevo a crepapelle. Ma aveva ragione lui. La tecnologia ha fatto passi da gigante, eppure oggi, nonostante io abbia utilizzato a scuola tutte le opportunità tecnologiche, continui a scaricare le App, usi face time per videochiamare i miei fratelli lontani, utilizzi WhatsApp per comunicare con i gruppi, ami la tecnologia e ne riconosca l’enorme utilità, non consentirò che mi fagociti la vita. Io desidero vivere le persone, perchè solo la vita chiama la vita. La vita è fatta di scambi, scambi di parole, di sguardi, di contatti. La vita è gioia, è calore, è ascolto dell’altro. Io non voglio far parte della generazione che guarda in basso, the look down generation, quella che non riesce a sollevare la testa dal cellulare. 

Ho pubblicato numerosi articoli su giornali locali e provinciali. Ho scritto per la Rivista Pedagogica “Scuola Italiana Moderna” ed ho collaborato alla stesura di testi di tipo storico-sociale.

Nel 2020 ho pubblicato il libro: Saper leggere e scrivere non basta. Riflessioni di un’insegnante sulle buone maniere.Casa editrice Youcanprint.

Nel 2016 ho pubblicato il saggio Bambini e Adolescenti. Disagi e rischi con  la Casa Editrice Rubbettino. 

Ho svolto il compito di Relatore e Moderatore, in Convegni nazionali e internazionali, su temi pedagogici, sociali, sulla disabilità.  

Sono stata Commissario d’esame in concorsi locali e nazionali, per il reclutamento del personale docente ma anche per l’ammissione di allievi marescialli all’83^ corso presso la scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza.

Ho ricevuto encomi scritti per i risultati e l’impegno nell’insegnamento, nella prevenzione e nel recupero dell’analfabetismo di ritorno, nel volontariato sociale in ausilio di giovani disabili. 

Ho ricevuto in Campidoglio il premio nazionale E.I.P. “Achille Milani ”, conferito, per l’Impegno Sociale e la Pace, dal Ministro Rosa Russo Iervolino. 

Attualmente svolgo attività di formazione dei docenti. Correggo testi da pubblicare. Vivo a Manziana (RM) dove curo i miei interessi circondata dall’affetto dei miei cari, dagli amici e dal mio cane Leo. Leggo molto ed amo divertirmi.

Mi piace concludere con una frase di Renè Caty, “Ci ho messo tutta la vita a capire che non è necessario capire tutto”…